Siamo un piccolo villaggio, il più strano che abbiate mai visto, il più eterogeneo che abbiate mai visto. È sabato e al calar del sole non arriva la donzelletta ma tre giovanotti in scooter;  non ci portano rose e viole ma pizze da asporto. E poi la festa, la festa a distanza. Fingere che sia festa, che tutto sia tornato alla normalità, è sbagliato, non corrisponde al vero anche se sarebbe bello crederlo. Un sabato prima della festa.

Guardo là dove si perde il giorno e scorgo le nuvole, sento l’aria carica di umidità e zeppa di ricordi, come l’anziana che ricorda la giovinezza, e il grigio plumbeo al posto dell’azzurro scuro.
Mi viene in mente quella canzone, “L’estate sta finendo”, e mi rendo conto di quanto possa essere simile a una grande poesia.
Se il prodotto di negativi dà come risultato il positivo, perchè non accade così anche con le vite?

L’Estate sta finendo e un anno se ne va. 

Un anno se ne va. L’anno più strano che abbiamo mai visto e ci guardiamo indietro e ci vediamo completamente diversi e ora fingiamo normalità. Forse quello era il sabato del villaggio e questa è la speranza disattesa. Sparpagliati, vicini e lontani, uniti e sconosciuti. Tu ed io, noi e voi, gli altri e i più lontani. Siamo come satelliti in orbita sul mare. A mangiare pizze come satelliti, distanti – anzi, distanziati – ma vicini. Forse mai così vicini, con i confini appena percepibili. Così ormai vi immagino distanti.

E le fotografie, tutto quel che siamo.

L’autunno sta arrivando così come la fine della festa, la fine della giovinezza. Un autunno che fa paura ma noi, uniti e distanti, siamo pronti, lo siamo sempre stati.

Stiamo diventando grandi e un anno se ne va.  Altro dirvi non voglio, alla fine è soltanto una pizza fra persone, fra noi. Un villaggio di satelliti sul mare.

Maria Donato
Alessandro De Col
Luca Feletti